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Studio PEACE: nessun beneficio dall’aggiunta di un Ace inibitore alla terapia standard nei pazienti con malattia coronarica stabile e funzione ventricolare preservata


Giovedì 20 Gennaio 2005

Gli Ace inibitori sono efficaci nel ridurre il rischio di insufficienza cardiaca, infarto miocardico e morte per cause cardiovascolari nei pazienti con disfunzione sistolica ventricolare sinistra o scompenso cardiaco.

Gli Ace inibitori hanno anche dimostrato di ridurre le complicanze aterosclerotiche nei pazienti che hanno malattia vascolare senza insufficienza cardiaca.

Lo studio PEACE ( Prevention of Events with Angiotensin Converting Enzyme Inhibition ) ha valutato l’ipotesi che i pazienti con malattia coronarica stabile e funzione ventricolare sinistra normale o leggermente ridotta potessero trarre beneficio dall’aggiunta di un Ace inibitore alla terapia standard.

Hanno preso parte allo studio 8.290 pazienti che sono stati assegnati in modo random a ricevere Trandolapril ( Gopten / Mavik ) 4 mg/die ( n = 4158 ), oppure placebo ( n = 4132 ).

I pazienti avevano un’età media di 64 anni, una pressione sanguigna media di 133/78 mmHg, ed una frazione di eiezione ventricolare sinistra media del 59%.

Il 72% dei pazienti era stato precedentemente sottoposto a rivascolarizzazione coronarica, ed il 70% stava assumendo farmaci ipolipemizzanti.

L’end point primario ( morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico, o rivascolarizzazione cardiaca ) è stato raggiunto dal 21,9% dei pazienti trattati con il Trandolapril e dal 22,5% dei pazienti del gruppo placebo, nell’arco di un periodo osservazionale di 4,8 anni.

Sulla base di questi dati, gli Autori ritengono che non ci sia evidenza nell’aggiungere un Ace inibitore alla terapia standard nei pazienti con malattia coronarica stabile e con funzione ventricolare sinistra preservata. ( Xagena )

Fonte: The New England Journal of Medicine

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